PROGETTO
SALUTE - PROGETTO CITTA'
Un
dibattito serrato, anche se troppo ancorato alla questione
dell'ubicazione, ha accompagnato le importanti decisioni
dell'Amministrazione comunale in merito alla realizzazione del
nuovo ospedale. Purtroppo, non è la prima volta che la
città "sonnecchia" sulle grandi questioni per poi
trovarsi a dover accelerare i tempi, a scapito
dell'approfondimento, quando fattori esterni (in questo caso il
finanziamento della Regione) impongono urgenti provvedimenti. Una
collettività moderna e attenta al proprio futuro deve
costantemente interrogarsi sulla propria identità e sui
criteri sui quali orientare il proprio sviluppo, coinvolgendo in
tale approfondimento soprattutto le realtà culturali,
sociali e professionali attive nella città. Nonostante
questa pigrizia culturale, la scelta del nuovo ospedale e della
rifunzionalizzazione del Ceppo in "ospedale di comunità",
rappresenta una prova di maturità per l'intera città
e le sue istituzioni al fine di sviluppare la conoscenza e la
consapevolezza dei problemi urbani da parte dei cittadini, poiché
la città, deve esistere prima nella comunità e poi
nel costruito.
LE
SCELTE ACQUISITE
Sul
futuro assetto dell'ospedale e delle strutture socio sanitarie,
occorre in primo luogo, richiamare i punti oramai acquisiti, sui
quali si è determinato un ampio consenso e da cui partire
per i doverosi approfondimenti: 1) l'attuale presidio del Ceppo
presenta una situazione strutturale e funzionale inadeguata e in
prospettiva e non è in grado di sopportare pesanti
operazioni di demolizione e ricostruzione per modellare un
ospedale funzionale e qualitativamente attento alla nuova domanda
di salute. E' altresì fondamentale ripensare la sua
presenza in relazione al centro storico e alla sua vocazionalità
storica; 2) si rende necessario la realizzazione di un nuovo
ospedale dimensionato su 400-420 posti letto e di circa 40.000 mq.
e tale operazione non può che essere strettamente
relazionata ed integrata alla riorganizzazione del Ceppo; 3)
l'ASL di Pistoia, deve portare avanti un serio processo di
riorganizzazione e di qualificazione dei propri servizi in modo da
delineare con esattezza i futuri bisogni, la quantità e i
livelli delle prestazioni da svolgere all'interno delle nuove
strutture, nonché un piano dei servizi socio sanitari
presenti sul territorio; 4) il Comune di Pistoia deve operare
una seria riflessione sulla gestione delle previsioni
urbanistiche, poiché è oramai una costante che i
piani urbanistici rincorrono le esigenze della città,
anziché regolarle ed orientarle. Basta vedere la sorte dei
tanti piani redatti per le aree ex Breda (le realizzazioni in
corso escono da ogni previsione) e il tema del nuovo ospedale, di
cui oramai si parla da ben due anni (il primo rapporto della
Fondazione Michelucci è del novembre 2001!) non è
stato seriamente trattato ed approfondito all'interno del piano
strutturale, tanto che il Comune è stato costretto a
riaprire l'iter amministrativo per ricomprendere i nuovi
assetti. 5) A seguito della presentazione del secondo rapporto
della Fondazione Michelucci, relativo all'approfondimento sulle
aree selezionate nella prima fase, Dano, Pallavini e ex - campo di
volo, è seguito un confronto con le strutture tecniche del
Comune da cui è emersa la valutazione di escludere l'area
Pallavicini a causa degli alti costi di acquisto dell'area e dei
diritti di costruzione e di considerare i due siti rimanenti con
problematiche similari relativamente all'assetto idrogeologico,
comunque da approfondire, ma con opportunità di sviluppo
diversificate su cui la città doveva interrogarsi.
LA
SCELTA DEL LUOGO
Il
Consiglio comunale, dopo un serio approfondimento, attraverso il
lavoro delle commissioni consiliari, ha espresso il proprio favore
per l'area del ex - campo di volo in quanto area di proprietà
pubblica e tale presupposto consente di creare condizioni
favorevoli anche alla riqualificazione dell'area del Ceppo.
Superando il ristretto concetto di sanità per
allargarsi al più completo e articolato concetto di salute,
occorre proiettarsi ad immaginare la città dei prossimi
decenni. La vasta dimensione dell'area permette un intervento
organico sul paesaggio e di stabilire un nuovo rapporto fra
ospedale e verde, in cui le piante e gli elementi della natura
collaborano al raggiungimento del salutare benessere fisico e
interiore delle persone, oltre a costituire un vero e proprio
parco urbano collegato ai percorsi verdi dell'Ombrone, a servizio
dell'intera comunità. Per Pistoia, capitale europea del
verde, questa può rappresentare una grande occasione per
proporre un modello di sviluppo urbano aggiornato, incentrato sul
tema verde come elemento connettore di nuove relazioni sia dotando
la città di nuovi servizi nella zona sud, sia riflettendo
sulla propria identità all'interno del contesto storico
(area del Ceppo). Contestualmente alla decisione sul sito,
l'Amministrazione Comunale ha istituito una commissione tecnica
(Fondazione Michelucci, ASL, Comune e Provincia) che oltre a
fornire chiarezza sugli elementi di natura idrogeologica, dovrà
riflettere relazioni che l'area dell'ex- campo di volo dovrà
inevitabilmente stabilire con il quadrante posto a sud della
stazione ferroviaria in cui sono ipotizzate alcune importanti
realizzazioni (sede terminal del Copit in costruzione, il ponte
pedonale di Calatrava, il potenziamento dei parcheggi e il nuovo
ingresso alla stazione etc.). Particolare riguardo dovrà
essere rivolto al sistema viario e ai collegamenti con la città
e a tale riguardo sarebbe auspicabile che la Breda, industria di
avanguardia sul trasporto pubblico e l'azienda Copit ideassero un
sistema di trasporto innovativo utilizzando nuovi mezzi per
collegare la città con il nuovo presidio e il parco urbano.
LE
QUESTIONI EMERGENTI
Se
il tema dell'ubicazione riveste un'indubbia valenza sui futuri
assetti urbani, non di minore importanza sono le altre due
questioni: la prima è relativa alle funzioni da attribuire
e da relazionare all'Ospedale di Comunità, in stretto
rapporto con il Centro Storico, mentre la secondo deve chiarire
quali connotati e quale configurazione dovrà avere la nuova
struttura ospedaliera in rapporto alla nuova domanda di salute e
alla irrinunciabile esigenza di una maggiore qualità
architettonica.
Sul
primo aspetto, occorre riorganizzare i servizi socio sanitari
all'interno del Ceppo, potenziando parcheggi e il verde anche
attraverso demolizioni di strutture a ridosso del Viale Matteotti.
Inoltre, non è pensabile mantenere la decina di sedi e
centri di servizi gravitanti intorno al centro storico che
obbligano le persone a lunghi itinerari oltre a provocare gravi
ricadute sulla gestione delle risorse a scapito della qualità
dei servizi. Come è ampiamente spiegato nel primo
rapporto della Fondazione Michelucci, la sede del Ceppo dovrà
ricercare un rapporto più vitale e dinamico con il centro
storico attraverso una differenziata ubicazione delle funzioni in
senso centrifugo dalla città storica verso viale
Matteotti. Nella parte storica di pregio è previsto il
potenziamento delle attività culturali come la biblioteca
medica e il museo medico scientifico, collegarti ad un centro
congressi, struttura ad oggi indecorosamente inesistente nella
nostra città. Potrebbe essere potenziato il sistema museale
gravitante intorno alla vicina piazza del Duomo con la
collocazione del Museo della Città, del Centro Giovanni
Michelucci e di un moderno centro espositivo permanente di pitture
e di sculture moderne e contemporanee, oltre a ricavare servizi
informativi di carattere turistico e culturale. Nella fascia
intermedia, è ipotizzata la collocazione degli uffici
dirigenziali ed amministrativi della ASL, la sede della scuola
infermieri, del cup, del distretto socio sanitario e delle sedi di
associazioni del volontariato impegnate sulla crescita della rete
dei socio sanitari. Sul collegamento est - ovest, si collocano
la dialisi (in costruzione sul lato di via degli Armeni), le
strutture semiresidenziali, i centri diurni per anziani, il day
hospital diagnostico riabilitativo, il centro di igiene mentale e
spazi per la riabilitazione, le sedi per tutte le ramificazioni
come la medicina legale, per lo sport, per il lavoro etc. Il
piano per il Centro Storico consegnato nel luglio u.s., redatto
dall'architetto Cervellati, propone di collocare nel area del
ceppo anche un polo universitario, dopo che la stessa
amministrazione (ritorna l'approssimazione degli strumenti
urbanistici) lo aveva collocato nell'ex conservatorio delle
Crocefissioni, applicando tanto di cartello su via della
Provvidenza. Sui tanti problemi aperti del centro storico non
è più rimandabile la necessità di aprire un
serio confronto e valutare attentamente la portata delle decisioni
sul futuro assetto del Ceppo in relazione al quadro complessivo
delle previsioni.
ASPETTI
FUNZIONALI E DIMENSIONALI
La
Regione Toscana ha fissato, in linea generale, le caratteristiche
dimensionali ed economiche del nuovo ospedale: comporterà
un costo di oltre 80 milioni di euro (44 a carico della Regione,
16 ricavati da dismissioni e fondi ASL e i rimanenti 20,6 con
finanziamenti da privati), dovrà prevedere 400 posti letto
ed essere terminato nel 2008, analogamente agli ospedali di Prato,
Lucca e Massa Carrara. Mentre risultano abbastanza chiari i
contorni della questione dimensionale, occorre interrogarsi su
quale configurazione dovrà assumere la nuova struttura, in
relazione alle più aggiornate innovazioni in campo
sanitario (organizzazione dipartimentale e l'introduzione dei Day
Hospital in primo luogo), alla qualità architettonica e
delle relazioni con il contesto ambientale. Per comprendere
quanto si sia evoluto il tema dell'ospedale negli ultimi anni
basta considerare alcuni fattori, come la maggiore superficie
richiesta per ogni posto letto pur in presenza di una sensibile
riduzione di quest'ultimi o sul fatto che, per decenni l'area
della degenza rappresentava la parte privilegiata
dimensionalmente, mentre ora la situazione è riequilibrata
con previsioni di 30-35 mq/pl per le degenze, di 25-30 mq/pl
diagnosi e cura e di 30- 35 mq/pl per i servizi generali -
l'ultimo settore ad essersi sviluppato assumendo un ruolo di
fondamentale importanza - per non parlare poi dell'influenza del
progresso tecnologico in taluni reparti e delle esigenze di
massima flessibilità dell'intera organizzazione funzionale
- distributiva.
LINEE
GUIDA DEL PROGETTO
Oltre
agli elementi dimensionali e del buon funzionamento, occorre
individuare i criteri guida che dovranno orientare il progetto,
mettendo a frutto l'esperienza maturata sulle ultime realizzazioni
dell'ospedale della Versilia e di quello del Valdarno. Occorre
un ospedale che si modella sulla persona malata e sugli operatori,
evitando di costruire prevalentemente una "macchina per la
salute" in cui mettere in mostra gli apparati tecnologici,
impersonali e di breve durata e bisogna riflettere seriamente
sulle prospettive delle malattie e sul senso della cura, nonché
risvolti psicologici. Spesso, anche i nuovi ospedali, sono delle
grandi strutture che si sviluppano in maniera uniforme per
centinaia di metri e con un uso patetico e artificiale del verde
anche a causa della rigidità normativa in materia che solo
un ristretto numero di ditte e di progettisti sono chiamati
stancamente ma con grandi vantaggi ad applicare. La forma e il
linguaggio che parla l'edificio non possono essere un elemento
isolabile dal contesto e lo è ancora maggiormente il caso
di Pistoia ora che il Consiglio Comunale ha deciso di investire su
un'area di qualità e di nuova fondazione come quella
dell'ex - campo di volo. La configurazione esterna dovrà
contribuire a "sdrammatizzare" la paura della malattia e
solo con questo nuovo atteggiamento culturale, potrà essere
organismo integrato con la città e con il parco urbano. Un
impianto volumetrico di altezza modesta, articolato e organico con
il verde e la natura, con facilità di correlazioni delle
singole funzioni con la possibilità di configurare spazi,
forme e dimensioni adatte alle funzioni ospitate. Non solo
luogo per curarsi, quindi, ma anche dove si soggiorna, dove la
vita nonostante la sofferenza non si interrompe, consentendo al
paziente di scegliere liberamente il livello di socialità e
di coinvolgimento in attività collaterali ma soprattutto di
poter vivere con dignità e in un clima accogliente la
propria solitudine, l'intimità con i propri cari e gli
ultimi giorni della propria esistenza.
Alessandro
Suppressa
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