LA VITA” N°2 2003

PROGETTO SALUTE - PROGETTO CITTA'

Un dibattito serrato, anche se troppo ancorato alla questione dell'ubicazione, ha accompagnato le importanti decisioni dell'Amministrazione comunale in merito alla realizzazione del nuovo ospedale.
Purtroppo, non è la prima volta che la città "sonnecchia" sulle grandi questioni per poi trovarsi a dover accelerare i tempi, a scapito dell'approfondimento, quando fattori esterni (in questo caso il finanziamento della Regione) impongono urgenti provvedimenti.
Una collettività moderna e attenta al proprio futuro deve costantemente interrogarsi sulla propria identità e sui criteri sui quali orientare il proprio sviluppo, coinvolgendo in tale approfondimento soprattutto le realtà culturali, sociali e professionali attive nella città.
Nonostante questa pigrizia culturale, la scelta del nuovo ospedale e della rifunzionalizzazione del Ceppo in "ospedale di comunità", rappresenta una prova di maturità per l'intera città e le sue istituzioni al fine di sviluppare la conoscenza e la consapevolezza dei problemi urbani da parte dei cittadini, poiché la città, deve esistere prima nella comunità e poi nel costruito.

LE SCELTE ACQUISITE

Sul futuro assetto dell'ospedale e delle strutture socio sanitarie, occorre in primo luogo, richiamare i punti oramai acquisiti, sui quali si è determinato un ampio consenso e da cui partire per i doverosi approfondimenti:
1) l'attuale presidio del Ceppo presenta una situazione strutturale e funzionale inadeguata e in prospettiva e non è in grado di sopportare pesanti operazioni di demolizione e ricostruzione per modellare un ospedale funzionale e qualitativamente attento alla nuova domanda di salute. E' altresì fondamentale ripensare la sua presenza in relazione al centro storico e alla sua vocazionalità storica;
2) si rende necessario la realizzazione di un nuovo ospedale dimensionato su 400-420 posti letto e di circa 40.000 mq. e tale operazione non può che essere strettamente relazionata ed integrata alla riorganizzazione del Ceppo;
3) l'ASL di Pistoia, deve portare avanti un serio processo di riorganizzazione e di qualificazione dei propri servizi in modo da delineare con esattezza i futuri bisogni, la quantità e i livelli delle prestazioni da svolgere all'interno delle nuove strutture, nonché un piano dei servizi socio sanitari presenti sul territorio;
4) il Comune di Pistoia deve operare una seria riflessione sulla gestione delle previsioni urbanistiche, poiché è oramai una costante che i piani urbanistici rincorrono le esigenze della città, anziché regolarle ed orientarle. Basta vedere la sorte dei tanti piani redatti per le aree ex Breda (le realizzazioni in corso escono da ogni previsione) e il tema del nuovo ospedale, di cui oramai si parla da ben due anni (il primo rapporto della Fondazione Michelucci è del novembre 2001!) non è stato seriamente trattato ed approfondito all'interno del piano strutturale, tanto che il Comune è stato costretto a riaprire l'iter amministrativo per ricomprendere i nuovi assetti.
5) A seguito della presentazione del secondo rapporto della Fondazione Michelucci, relativo all'approfondimento sulle aree selezionate nella prima fase, Dano, Pallavini e ex - campo di volo, è seguito un confronto con le strutture tecniche del Comune da cui è emersa la valutazione di escludere l'area Pallavicini a causa degli alti costi di acquisto dell'area e dei diritti di costruzione e di considerare i due siti rimanenti con problematiche similari relativamente all'assetto idrogeologico, comunque da approfondire, ma con opportunità di sviluppo diversificate su cui la città doveva interrogarsi.


LA SCELTA DEL LUOGO

Il Consiglio comunale, dopo un serio approfondimento, attraverso il lavoro delle commissioni consiliari, ha espresso il proprio favore per l'area del ex - campo di volo in quanto area di proprietà pubblica e tale presupposto consente di creare condizioni favorevoli anche alla riqualificazione dell'area del Ceppo.
Superando il ristretto concetto di sanità per allargarsi al più completo e articolato concetto di salute, occorre proiettarsi ad immaginare la città dei prossimi decenni. La vasta dimensione dell'area permette un intervento organico sul paesaggio e di stabilire un nuovo rapporto fra ospedale e verde, in cui le piante e gli elementi della natura collaborano al raggiungimento del salutare benessere fisico e interiore delle persone, oltre a costituire un vero e proprio parco urbano collegato ai percorsi verdi dell'Ombrone, a servizio dell'intera comunità.
Per Pistoia, capitale europea del verde, questa può rappresentare una grande occasione per proporre un modello di sviluppo urbano aggiornato, incentrato sul tema verde come elemento connettore di nuove relazioni sia dotando la città di nuovi servizi nella zona sud, sia riflettendo sulla propria identità all'interno del contesto storico (area del Ceppo).
Contestualmente alla decisione sul sito, l'Amministrazione Comunale ha istituito una commissione tecnica (Fondazione Michelucci, ASL, Comune e Provincia) che oltre a fornire chiarezza sugli elementi di natura idrogeologica, dovrà riflettere relazioni che l'area dell'ex- campo di volo dovrà inevitabilmente stabilire con il quadrante posto a sud della stazione ferroviaria in cui sono ipotizzate alcune importanti realizzazioni (sede terminal del Copit in costruzione, il ponte pedonale di Calatrava, il potenziamento dei parcheggi e il nuovo ingresso alla stazione etc.). Particolare riguardo dovrà essere rivolto al sistema viario e ai collegamenti con la città e a tale riguardo sarebbe auspicabile che la Breda, industria di avanguardia sul trasporto pubblico e l'azienda Copit ideassero un sistema di trasporto innovativo utilizzando nuovi mezzi per collegare la città con il nuovo presidio e il parco urbano.

LE QUESTIONI EMERGENTI

Se il tema dell'ubicazione riveste un'indubbia valenza sui futuri assetti urbani, non di minore importanza sono le altre due questioni: la prima è relativa alle funzioni da attribuire e da relazionare all'Ospedale di Comunità, in stretto rapporto con il Centro Storico, mentre la secondo deve chiarire quali connotati e quale configurazione dovrà avere la nuova struttura ospedaliera in rapporto alla nuova domanda di salute e alla irrinunciabile esigenza di una maggiore qualità architettonica.

Sul primo aspetto, occorre riorganizzare i servizi socio sanitari all'interno del Ceppo, potenziando parcheggi e il verde anche attraverso demolizioni di strutture a ridosso del Viale Matteotti. Inoltre, non è pensabile mantenere la decina di sedi e centri di servizi gravitanti intorno al centro storico che obbligano le persone a lunghi itinerari oltre a provocare gravi ricadute sulla gestione delle risorse a scapito della qualità dei servizi.
Come è ampiamente spiegato nel primo rapporto della Fondazione Michelucci, la sede del Ceppo dovrà ricercare un rapporto più vitale e dinamico con il centro storico attraverso una differenziata ubicazione delle funzioni in senso centrifugo dalla città storica verso viale Matteotti.
Nella parte storica di pregio è previsto il potenziamento delle attività culturali come la biblioteca medica e il museo medico scientifico, collegarti ad un centro congressi, struttura ad oggi indecorosamente inesistente nella nostra città. Potrebbe essere potenziato il sistema museale gravitante intorno alla vicina piazza del Duomo con la collocazione del Museo della Città, del Centro Giovanni Michelucci e di un moderno centro espositivo permanente di pitture e di sculture moderne e contemporanee, oltre a ricavare servizi informativi di carattere turistico e culturale.
Nella fascia intermedia, è ipotizzata la collocazione degli uffici dirigenziali ed amministrativi della ASL, la sede della scuola infermieri, del cup, del distretto socio sanitario e delle sedi di associazioni del volontariato impegnate sulla crescita della rete dei socio sanitari.
Sul collegamento est - ovest, si collocano la dialisi (in costruzione sul lato di via degli Armeni), le strutture semiresidenziali, i centri diurni per anziani, il day hospital diagnostico riabilitativo, il centro di igiene mentale e spazi per la riabilitazione, le sedi per tutte le ramificazioni come la medicina legale, per lo sport, per il lavoro etc.
Il piano per il Centro Storico consegnato nel luglio u.s., redatto dall'architetto Cervellati, propone di collocare nel area del ceppo anche un polo universitario, dopo che la stessa amministrazione (ritorna l'approssimazione degli strumenti urbanistici) lo aveva collocato nell'ex conservatorio delle Crocefissioni, applicando tanto di cartello su via della Provvidenza.
Sui tanti problemi aperti del centro storico non è più rimandabile la necessità di aprire un serio confronto e valutare attentamente la portata delle decisioni sul futuro assetto del Ceppo in relazione al quadro complessivo delle previsioni.

ASPETTI FUNZIONALI E DIMENSIONALI

La Regione Toscana ha fissato, in linea generale, le caratteristiche dimensionali ed economiche del nuovo ospedale: comporterà un costo di oltre 80 milioni di euro (44 a carico della Regione, 16 ricavati da dismissioni e fondi ASL e i rimanenti 20,6 con finanziamenti da privati), dovrà prevedere 400 posti letto ed essere terminato nel 2008, analogamente agli ospedali di Prato, Lucca e Massa Carrara.
Mentre risultano abbastanza chiari i contorni della questione dimensionale, occorre interrogarsi su quale configurazione dovrà assumere la nuova struttura, in relazione alle più aggiornate innovazioni in campo sanitario (organizzazione dipartimentale e l'introduzione dei Day Hospital in primo luogo), alla qualità architettonica e delle relazioni con il contesto ambientale.
Per comprendere quanto si sia evoluto il tema dell'ospedale negli ultimi anni basta considerare alcuni fattori, come la maggiore superficie richiesta per ogni posto letto pur in presenza di una sensibile riduzione di quest'ultimi o sul fatto che, per decenni l'area della degenza rappresentava la parte privilegiata dimensionalmente, mentre ora la situazione è riequilibrata con previsioni di 30-35 mq/pl per le degenze, di 25-30 mq/pl diagnosi e cura e di 30- 35 mq/pl per i servizi generali - l'ultimo settore ad essersi sviluppato assumendo un ruolo di fondamentale importanza - per non parlare poi dell'influenza del progresso tecnologico in taluni reparti e delle esigenze di massima flessibilità dell'intera organizzazione funzionale - distributiva.

LINEE GUIDA DEL PROGETTO

Oltre agli elementi dimensionali e del buon funzionamento, occorre individuare i criteri guida che dovranno orientare il progetto, mettendo a frutto l'esperienza maturata sulle ultime realizzazioni dell'ospedale della Versilia e di quello del Valdarno.
Occorre un ospedale che si modella sulla persona malata e sugli operatori, evitando di costruire prevalentemente una "macchina per la salute" in cui mettere in mostra gli apparati tecnologici, impersonali e di breve durata e bisogna riflettere seriamente sulle prospettive delle malattie e sul senso della cura, nonché risvolti psicologici. Spesso, anche i nuovi ospedali, sono delle grandi strutture che si sviluppano in maniera uniforme per centinaia di metri e con un uso patetico e artificiale del verde anche a causa della rigidità normativa in materia che solo un ristretto numero di ditte e di progettisti sono chiamati stancamente ma con grandi vantaggi ad applicare. La forma e il linguaggio che parla l'edificio non possono essere un elemento isolabile dal contesto e lo è ancora maggiormente il caso di Pistoia ora che il Consiglio Comunale ha deciso di investire su un'area di qualità e di nuova fondazione come quella dell'ex - campo di volo.
La configurazione esterna dovrà contribuire a "sdrammatizzare" la paura della malattia e solo con questo nuovo atteggiamento culturale, potrà essere organismo integrato con la città e con il parco urbano. Un impianto volumetrico di altezza modesta, articolato e organico con il verde e la natura, con facilità di correlazioni delle singole funzioni con la possibilità di configurare spazi, forme e dimensioni adatte alle funzioni ospitate.
Non solo luogo per curarsi, quindi, ma anche dove si soggiorna, dove la vita nonostante la sofferenza non si interrompe, consentendo al paziente di scegliere liberamente il livello di socialità e di coinvolgimento in attività collaterali ma soprattutto di poter vivere con dignità e in un clima accogliente la propria solitudine, l'intimità con i propri cari e gli ultimi giorni della propria esistenza.

Alessandro Suppressa